Domenica 2 settembre appuntamento con le stelle della regina degli sport nel rinnovato Stadio Colbachini
Il Meeting internazionale “Città di Padova” nel 2018 tornerà a casa. L’affermazione non suoni pomposa: lo Stadio Colbachini, che lo ospiterà, è a tutti gli effetti la casa dell’atletica leggera veneta. Anzi, è il suo tempio. Pronto a fare da teatro alla XXXII edizione dell’evento, in programma domenica 2 settembre, subito dopo i Campionati Europei di Berlino: in cartellone ci sarà, dunque, la rivincita per molte fra le sfide più spettacolari della rassegna tedesca, in un evento che storicamente esercita una benefica funzione di “traino” per tutto il movimento del territorio.
Ma se di solito lo stadio fa solo da cornice, non sarà così questa volta. Otto corsie azzurre per l’atletica, un parcheggio interno, nuove tribune con 4.500 posti a sedere e l’adeguamento di tutti i servizi: sarà questo il nuovo volto dello Stadio Colbachini in zona Arcella. La ristrutturazione prevede anche la costruzione di una nuova gradinata sul lato nord-ovest dell’impianto, con una capienza di oltre 1.500 spettatori, con servizi per il pubblico su entrambi i lati. In più ci saranno nuovi impianti tecnologici di illuminazione e audio, la sistemazione della tribuna storica esistente, le sistemazioni degli accessi per il pubblico, le recinzioni e la sistemazione delle aree verdi. Sarà mantenuto invece l’attuale impianto indoor lungo il lato sud dello stadio.
Il presidente nazionale del Coni Giovanni Malagò ha celebrato l’inizio dei lavori lunedì 15 gennaio, con la simbolica posa della prima pietra. Al suo fianco il presidente di Assindustria Sport, società che gestisce l’impianto, Leopoldo Destro, il sindaco di Padova Sergio Giordani e l’assessore allo sport Diego Bonavina. «È davvero una struttura notevole», le sue parole all’ingresso al Colbachini. È importante che Padova possa contare su uno stadio come questo, lo sport è fondamentale anche per riqualificare le periferie. Questi sono i progetti che mi piacciono, e che mi fanno innamorare del mio lavoro».
Per domenica 2 settembre sarà pronto ad accogliere il Meeting, da cui manca dal 1993. Appuntamento, dunque, allo Stadio Colbachini, con, negli occhi, il ricordo ancora vivo di quanto successo solo pochi mesi fa nell’edizione 2017. A contrassegnarla il nuovo record della manifestazione realizzato dalla campionessa olimpica Katerina Stefanidi nel salto con l’asta: il suo 4.72 metri migliora di un centimetro il primato realizzato nel 2016 dalla cubana Yarisley Silva. Da copertina anche la prova offerta russa Maryia Lasitskene-Kuchina, che prima si è assicurata il successo a 2 metri esatti nell’alto davanti alla polacca Kamila Licwinko (1.98, suo primato stagionale) e poi ha provato a 2.08, sfiorando l’impresa. Alle sue spalle, l’azzurra Alessia Trost ha eguaglia il primato stagionale, salendo sino a 1.94.
Ma, nel bilancio della XXXI edizione del “Città di Padova”, non si può non menzionare Allyson Felix, l’atleta più medagliata di sempre fra Giochi Olimpici e Campionati Mondiali, che si è imposta nei 200 metri in 22”80, nettamente davanti a Phyllis Francis (23”10) e a Dina Asher-Smith (23”15), ma che ha vinto, soprattutto, la gara dell’affetto, travolta dai bambini entrati in pista all’apertura dei cancelli, per chiedere foto e autografi alla pluricampionessa.
E ancora: Laura Muir ha confermato di essere in condizioni invidiabili e ha sfiorato il record della manifestazione nei 1.500 in 4’05”01. Nei 400 a ostacoli affermazione a sorpresa del keniano Haron Koech (49”39, suo primato stagionale), che ha realizzato il miglior tempo nella serie teoricamente meno forte, terminando davanti al quattro volte campione iridato Bershawn Jackson, che si è imposto nella seconda (49”62).
Tra le più applaudite Yusneysi Santiusti, campionessa di Assindustria Sport che, davanti al suo pubblico, ha staccato il pass per i Mondiali di Londra scendendo a 2’00”82 negli 800, chiudendo al terzo posto nella gara vinta dall’americana Ajée Wilson (1’59”19).
Storicamente Padova è sempre stata una vetrina di stelle, già affermate o in rampa di lancio: un elenco che parte da Pietro Mennea e, passando da Sergey Bubka, arriva a mettere in fila ben 73 campioni olimpici che hanno gareggiato qui in 31 edizioni. Ma il nome dello zar di tutte le aste non è stato citato per caso. Quel 30 agosto 1992 chi c’era ha vissuto un pomeriggio indimenticabile. In un caldo pomeriggio di fine agosto Bubka ha proiettato il Meeting di Padova nella storia, siglando uno dei suoi stratosferici record mondiali (il trentunesimo). Alle 18.08, quando il pubblico è quasi appagato da una giornata di grande atletica, il campione ucraino (reduce da una sfortunata Olimpiade) supera quota 6,12 e fa esplodere le tribune del Colbachini in un boato. È record.