Storia

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13 SETTEMBRE 1987
L’Atletica Mondiale sbarca a Padova una settimana dopo la conclusione dei campionati mondiali di Roma, trasferendo direttamente dalla pista dell’Olimpico a quella dell’Arcella campioni del calibro di Calvin Smith (campione mondiale dei 200 metri ed ex recordman dei 100 con 9.92), Said Aouita (senza dubbio il più grande mezzofondista degli anni Ottanta, all’epoca primatista mondiale di 1500, 2000 e 5000 metri) e Stefka Kostadinova.
Ed è proprio la bella saltatrice in alto bulgara a fare registrare il più grosso risultato tecnico della manifestazione, valicando l’asticella posta a quota 2,05 e sbagliando di un soffio i 2,10.
L’attenzione dei 5.000 spettatori assiepati in tribuna è però tutta per un “attempato” signore, che per l’atletica italiana rappresenta una sorta di leggenda: Pietro Paolo Mennea. La “freccia del Sud” al suo terzo rientro agonistico, senza fare caso ai suoi trentacinque anni, mette in riga i più giovani avversari fermando il cronometro a 20”76.


13 GIUGNO 1988
Il secondo appuntamento di Padova con le stelle dell’atletica si svolge di lunedì, in concomitanza con la festa di S. Antonio.
Nella città del Santo giunge anche quella che è la star del momento e che di lì a qualche mese sarà il protagonista (nel bene e, soprattutto, nel male) delle Olimpiadi di Seoul: Ben Johnson.
Lo sprinter canadese è infortunato e così si limita a fare una passerella all’Arcella. In pista a dare spettacolo ci pensano i saltatori in alto Patrick Sjoeberg e Carlo Thraenhardt, che hanno trascorso l’inverno rubandosi l’un l’altro il record mondiale indoor (portato dal tedesco a 2,42).
Alla fine a Padova la spunta lo svedese (2,30), che trascina con sé anche il ventiquattrenne friulano Luca Toso. Il portacolori delle Fiamme Oro di Padova superando 2,30 eguaglia il primato italiano.
In campo femminile da segnalare la presenza di due giovani di belle speranze che quattro anni dopo, a Barcelona, si metteranno al collo l’oro olimpico. All’Arcella quel pomeriggio di giugno gareggiano infatti la ventiduenne Sally Gunnell, vincitrice dei 400 ostacoli in 57”5, e la tedesca Heike Redetzsky (futura signora Henkel), prima nel salto in alto con 1,85.


17 SETTEMBRE 1989
L’edizione del 1989 viene ricordata come quella in cui i padovani, per la prima volta, fanno la conoscenza con Sergey Bubka, lo zar del salto con l’asta. L’atleta ucraino (all’epoca sovietico) è già una leggenda, da quando quattro anni prima, a Parigi, è stato il primo uomo a valicare quota sei metri. In questa sua prima apparizione patavina Bubka prende le misure della pedana dell’Arcella con un salto a 5,80.
tenere banco è poi la velocità, dove gli atleti azzurri si fanno valere: nei 200 Stefano Tilli si lascia alle spalle lo sprinter d’Oltralpe Jean Charles Trouabal (20.86 contro 20.91). Bene anche PierFrancesco Pavoni nei 100: il romano cede al giamaicano Raymond Stewart (10.32), ma fa registrare un ottimo 10.42. Tra le donne la regina è la bella Merlen Ottey, che fasciata dal suo body giallo conquista da subito i padovani. 22.46 il suo crono nei 200, ma questo per il pubblico è quasi irrilevante, l’importante è aver visto da vicino la “pantera nera”.


16 SETTEMBRE 1990
Continua la passerella di “miss” al meeting di Padova. In pista si ammira nuovamente Merlen Ottey, che realizza un’importante doppietta 100-200, scendendo sotto il muro degli 11 secondi nella prova più breve (10.99). Gli sguardi degli appassionati però sono rivolti anche verso la pedana del salto in lungo, dove è impegnata la bionda tedesca Heike Drechsler. La campionessa del mondo ripaga l’attenzione saltando oltre sette metri (7,03 per l’esattezza).
Nella stessa pedana dà spettacolo anche il beniamino di casa, Giovanni Evangelisti, che con la maglia dell’Assindustria centra una splendida vittoria a spese del primatista europeo Robert Emmian (8,15 per Evangelisti contro 8,08 del sovietico).
I 1500 metri sono appannaggio di un ventenne algerino, Nourredine Morceli, che stacca nettamente l’esperto americano Jim Spivey. Due anni dopo quel ragazzo frantuma il record del mondo di Said Aouita e diventa il re del mezzofondo veloce degli anni Novanta.


15 SETTEMBRE 1991
E’ un’edizione al femminile quella del 1991. Protagonista assoluta è ancora una volta Heike Drechsler, che dopo aver preso confidenza con la pedana l’anno precedente, quest’anno lascia tutti senza fiato con un salto a 7,39, migliore prestazione mondiale stagionale.
A fare da corollario all’impresa della tedesca ci sono il 2,03 nell’alto di Stefka Kostadinova, tornata grande a Padova, la galoppata di Ana Fidelia Quirot nei 400 (50.43) e la bella vittoria della russa Irina Privalova nei 100 (11.38).


30 AGOSTO 1992
Un pomeriggio indimenticabile per chi c’era. In un caldo pomeriggio di fine agosto Sergey Bubka proietta il meeting di Padova nella storia, siglando uno dei suoi stratosferici record mondiali (il trentunesimo).
Alle 18.08, quando il pubblico è quasi appagato da una giornata di grande atletica, il campione ucraino (reduce da una sfortunata Olimpiade) supera quota 6,12 e fa esplodere le tribune del Colbachini in un boato. E’ record.
E così passano quasi in secondo piano le altre imprese: la vittoria del campione olimpico Mark McKoy nei 110 ostacoli (13.44), la sfida sul filo degli ottantuno metri dei martellisti Igor Astapkovich e Andrey Abduvaliyev (81,52 contro 81,10 a favore del primo) e una delle ultime apparizioni ufficiali di Maurizio Damilano, il più forte marciatore italiano di tutti i tempi.


29 AGOSTO 1993
Due record mondiali in due anni. Sembra impossibile ma è così. A dodici mesi dal salto da primato di Sergey Bubka, Ileana Salvador, maestra di San Donà di Piave, marcia a ritmo di miglior prestazione mondiale: 11:48.4 il suo crono sui tre chilometri, un tempo a tutt’oggi imbattuto.
Nella pedana del peso lo statunitense Jim Dohering si prende il lusso di battere il campione olimpico Mike Stulce e il primatista mondiale Randy Barnes. Il tutto a suon di record della manifestazione (21,12).
Da registrare la vittoria del burundiano Venuste Niyongabo nei 1500 metri: passato successivamente a distanze più lunghe, Niyongabo sarà campione olimpico dei 5.000 metri ad Atlanta nel 1996.


10 LUGLIO 1994
E’ tempo di trasloco per il meeting Città di Padova. Lo stadio Euganeo è stato finalmente ultimato e spetta proprio all’Atletica Mondiale inaugurarlo con una splendida riunione in notturna.
La serata rilancia il veronese Andrea Benvenuti, reduce da un infortunio. L’atleta delle Fiamme Azzurre ritrova la vittoria negli 800 metri, la gara che un mese dopo lo vedrà laurearsi campione europeo.
Nei 400 ostacoli dà spettacolo lo zambiano Samuel Matete (48.62), mentre nel triplo femminile la protagonista è la primatista mondiale Inessa Kravets (14,61).
La serata si conclude con uno spettacolo di fuochi artificiali, mentre i diecimila spettatori dell’Euganeo illuminano gli spalti con altrettante candele.


17 LUGLIO 1995
Seconda edizione allo stadio Euganeo e tocca al cubano Ivan Pedroso scoprire le doti dell’impianto. Il nuovo stadio di Padova è dotato di un’eccezionale pedana del salto in lungo, che Pedroso sa valorizzare al meglio. 8,70 è la stratosferica misura saltata dal ventitreenne cubano (che un mese dopo vincerà il primo dei suoi quattro titoli mondiali consecutivi), a soli venticinque dal record del mondo.
Una conferma sulla bontà della pedana arriva da un altro atleta caraibico Yoel Garcia, che nel triplo atterra a 17,44.
Grandi cose anche in pista dove, data la vicinanza con i Mondiali di Goteborg, abbondano i nomi altisonanti. Nella velocità si impongono lo statunitense Jon Drummond (10.43 nei 100) e il namibiano Frankie Fredericks (20.46 nei 200), mentre nei 400 ostacoli Samuel Matete scende sotto i 48 secondi (47.87). Gli ostacoli alti vanno invece al primatista mondiale, il gallese Colin Jackson (13.32).


7 LUGLIO 1996
Infortunato Ivan Pedroso tocca al giamaicano James Beckford infiammare i padovani con un salto a 8,46. La stessa pedana del lungo ospita poi la sfida al femminile tra Inessa Kravets e l’anglo-fiorentina Fiona May. A prevalere è l’ucraina (7,07 contro 6,86), ma l’azzurra si rifarà un paio di settimane dopo, alle Olimpiadi di Atlanta, conquistando una splendida medaglia d’argento.
Vittoria anche per Stefka Kostadinova che regala al pubblico uno degli ultimi salti della sua carriera a quota due metri.
Nella marcia Michele Didoni, uno dei più giovani campioni mondiali di sempre, precede il campione olimpico dei 50 km., il siberiano Andrey Perlov.


8 GIUGNO 1997
Torna Ivan Pedroso e lo fa in grande stile, con un salto a 8,63, migliore prestazione mondiale stagionale.
Il protagonista del pomeriggio dell’Euganeo è però un italiano, il finanziere Fabrizio Mori, che nei 400 ostacoli realizza il nuovo primato italiano (48.29). Bene anche Fiona May, che centra la vittoria con un salto a ridosso dei sette metri (6,98).
Negli 800 metri sale sul podio un enfant du pays destinato ad una bella carriera internazionale, Andrea Longo.


7 GIUGNO 1998
L’attenzione dell’Euganeo è tutta per la nuova regina della velocità mondiale, la statunitense Marion Jones. La Jones non delude le aspettative e corre, su una pista zuppa d’acqua per un violento nubifragio, i 200 in 21.94.
Dopo lo sprint della Jones, tutta la tribuna ovest segue trepidante le fasi finali degli 800, con un avvincente testa a testa tra il vice-campione mondiale Norberto Tellez e Andrea Longo. Dopo la vittoria al fotofinish (1:44.72 contro 1:44.80) è un’ovazione quella che viene tributata al portacolori delle Fiamme Oro di Padova.
A dare lustro a quest’edizione del meeting ci pensano poi l’ostacolista statunitense Mark Crear, velocissimo con il suo 13.18 nei 110 hs, e il solito Ivan Pedroso che si “accontenta” di un 8,41, trascinando gli italiani Paolo Camossi e Simone Bianchi rispettivamente a 8,16 e 8,06.


7 GIUGNO 1999
Torna in cattedra Ivan Pedroso che è sempre più il beniamino del pubblico padovano. Il suo 8,60 non lascia dubbi sulle doti di questo campione.
Nel mezzofondo si vede all’opera l’ennesimo campione sfornato dall’inesauribile scuola nordafricana, l’algerino Alì Saidi Sief (3:35.99 nei 1500), mentre nella velocità i protagonisti sono Frankie Fredericks (10.31 con –3,4 m/s di vento contrario) e Manuela Levorato, che si aggiudica i 200 (in 23.10; vento -1,7 m/s), per la gioia di nonno Armando, 94 anni, giunto all’Euganeo per applaudire la “nipotina”.


27 AGOSTO 2000
La collocazione delle Olimpiadi di Sydney a fine settembre fa tornare il meeting a fine agosto. Alla vigilia dell’appuntamento tutti guardano a Sergey Bubka, tornato nella “sua” Padova (di cui è cittadino onorario) per tentare l’impresa impossibile, tornare ad essere il numero uno dopo i numerosi interventi chirurgici subiti dai suoi tendini.
L’impresa non riesce, ma il pubblico padovano fa sentire al campione ucraino tutto il suo calore.
Così la stella della giornata è Manuela Levorato, che corre i 100 come mai sino ad allora: 11.16, nuovo record italiano. Purtroppo il record non verrà omologato per un errore della giuria di partenza.
Vittoria anche per Andrea Longo, sempre più atleta numero uno della nazionale italiana.


26 AGOSTO 2001
Show di Fabrizio Mori. Reduce dal secondo posto ai campionati mondiali di Edmonton l’ostacolista livornese incanta il pubblico dell’Euganeo con la sua ormai classica tattica di gara. Dopo una partenza prudente, all’imboccatura del rettilineo finale l’azzurro si lancia all’inseguimento dell’americano Woody e del giamaicano Weakley. Spettatori in piedi e standing ovation finale per l’ennesima vittoria dell’uomo-simbolo dell’atletica italiana.
In campo femminile, mission impossibile per Manuela Levorato: confrontarsi con la donna che ha spodestato Marion Jones dal trono dei 100 metri, l’ucraina Zhanna Pintussevich. Vittoria a braccia alzate per la campionessa del mondo (11”22), terzo posto per la veneziana (11”34), applaudita quanto (se non di più) la vincitrice.
Magdelìn Martinez vicina al record italiano (14,46 contro 14,65) nel triplo e Paolo Dal Soglio che, nel peso, si prende il lusso di battere il vice-campione mondiale Adam Nelson (20,67 contro 20,66).
Record del meeting per il canadese Kevin Sullivan nei 1.500 (3’34”05).


1 SETTEMBRE 2002
E’ un’edizione del meeting in rosa, che vede protagoniste le due reginette dell’atletica italiana. Comincia Magdelìn Martinez: la triplista italo-cubana a Padova si prende una rivincita imponendosi (con 14,58) sulla finlandese Heli Koivula (14,31 nuovo primato nazionale) e sulla russa Yelena Oleynikova (14,19), rispettivamente medaglia d’argento e di bronzo ai Campionati Europei di Monaco, dove l’azzurra è rimasta esclusa dal podio.
Tifo alle stelle poi per la beniamina di casa Manuela Levorato, che all’Euganeo riceve l’abbraccio del suo pubblico, dopo le due emozionanti medaglie conquistate in Germania. Una passerella trionfale che si concretizza nella vittoria sui 100 metri (11”25) davanti alla statunitense Brianna Glenn (11”48).
Rinviato l’appuntamento con il record mondiale per l’astista Stacy Dragila. La campionessa mondiale supera quota 4,62 e con lei Padova rivive i fasti di zar Sergey. Lo spettacolo è stellare e lo confermano i quattro record del meeting migliorati in un solo pomeriggio: gli autori delle performance sono lo statunitense Coby Miller (10”10 sui 100), la cubana Yipsi Moreno (68,40 nel martello), la tedesca Astrid Kumbernuss (19,43 nel peso), oltre a, naturalmente, la stessa Dragila.
Il quinto record è quello realizzato dal pubblico dell’Euganeo: sono infatti oltre 12mila gli spettatori che gremiscono gli spalti e con il loro tifo, attento e competente, rappresentano una cornice eccezionale.


6 LUGLIO 2003
Prologo da record per l’appuntamento padovano. La gara di lancio del martello si disputa infatti sabato 5 luglio, allo stadio Colbachini e, grazie alla bolognese Ester Balassini, è subito primato. Nella gara vinta dalla campionessa mondiale Yipsi Moreno (73,91), l’atleta delle Fiamme Gialle sigla il suo quindicesimo record italiano lanciando 70,43.
Il binomio Cuba-Italia prosegue anche il giorno dopo nella pedana del salto in lungo, dove Ivan Pedroso realizza la sua miglior misura dell’anno (8,31), trascinando l’azzurro Nicola Trentin ad uno straordinario 8,20, terza misura italiana di sempre.
In pista avvincente testa a testa, sui 400 metri, tra gli statunitensi Jerome Young (45”37) e Tyree Washington (45”18), che due mesi dopo a Parigi si laureeranno rispettivamente campione e vice-campione mondiale del giro di pista. Nella pedana dell’asta nuovo show della campionessa olimpica Stacy Dragila (4,50). Con diecimila spettatori sugli spalti, Padova si conferma il secondo appuntamento in Italia, dopo il Golden Gala di Roma, per affluenza di pubblico.


4 LUGLIO 2004
A quaranta giorni dall’accensione del tripode olimpico di Atene, il pubblico padovano ha l’opportunità di vedere da vicino uno dei futuri protagonisti dei Giochi. Sulla pista dell’Euganeo gareggia (e vince in 13”41) sui 110 ostacoli il ventunenne cinese Xiang Liu, l’atleta che il 27 agosto si aggiudicherà l’oro olimpico eguagliando il record mondiale.
Sui 100 metri femminili si mette in evidenza (11”27) una ragazza ancora più giovane (diciannove anni), Sherone Simpson. Anche lei, come Liu, salirà sul gradino più alto del podio a cinque cerchi, con la staffetta 4×100 giamaicana.
Il meeting è stato aperto ancora una volta, il sabato, dal lancio del martello dove si è assistito alla miglior gara dell’anno dopo la finale olimpica, con quattro atlete oltre i 70 metri. Vince, con la seconda misura mondiale stagionale (75,06), la cubana Yipsi Moreno, mentre la cinese diciottenne Zhang Wenxiu si ferma a sette centimetri dal record mondiale juniores con 72,35.
In chiave azzurra bene Magdelìn Martinez: nel salto triplo eguaglia il record del meeting (14,61) appartenente alla primatista mondiale Inessa Kravets.
Tifo alle stelle, da parte dei diecimila dell’Euganeo, per i beniamini di casa Andrea Longo (primo sugli 800 metri in 1’46”73) e Manuela Levorato che, correndo l’ultima frazione della staffetta 4×100 azzurra, fa una delle sue rare apparizioni di un 2004 condizionato dagli infortuni.
Applausi per la padovana Chiara Rosa, che porta il record italiano under 23 del lancio del peso a 17,76.


3 LUGLIO 2005
Magdelìn Martinez, Manuela Levorato e un Asafa Powell in veste di spettatore: sono loro le stelle all’Euganeo.
L’italo-cubana Magdelìn Martinez, per la prima volta in gara a Padova con la maglia di Assindustria Sport, atterra a 14,69 eguagliando la miglior misura nazionale dell’anno. Stimolata dall’astro nascente di Cuba Yargelis Savigne (ventunenne, argento ai Mondiali di Helsinki un mese dopo), approdata a 14,63, l’azzurra trova la misura della vittoria al terzo tentativo.
Un 11”48 ottenuto con un sensibile vento contrario (-1,6 m/s) è invece il responso cronometrico di Manuela Levorato. La sprinter di Dolo convive con i problemi tendinei che a fine anno la porteranno sotto i ferri, ma stringendo i denti vince e dà l’ennesima dimostrazione del suo talento.
Asafa Powell scatena l’entusiasmo del pubblico padovano che lo accoglie con una standing ovation.
Il primatista mondiale dei 100 metri, infortunatosi ai campionati giamaicani, è presente in veste di ospite speciale: a Padova un allenamento mattutino, passerella e centinaia di autografi.
Nell’asta la gara del campione mondiale Giuseppe Gibilisco dura solo 5 salti e il risultato è un anonimo 5,45. Poco meglio il campione olimpico Tim Mack (5,55) e vittoria allo statunitense Jacob Pauli (5,65).
Da segnalare la vittoria sui 400 ostacoli (in 54”32) di Sandra Glover. La statunitense fa le prove generali per Helsinki dove, a 37 anni, conquista la medaglia di bronzo.
Tra i futuri protagonisti dei Mondiali finlandesi presenti a Padova: Andrew Rock e Tyler Christopher (400 metri), Yipsi Moreno e Manuela Montebrun (lancio del martello).


1 SETTEMBRE 2006
Il meeting celebra i suoi vent’anni sotto agli occhi dello “zar” del salto con l’asta Sergey Bubka, ospite d’onore della serata. Si gareggia in notturna, davanti a quasi 10.000 spettatori. L’edizione sarà inserita dall’EAA, la federazione europea di atletica leggera, al secondo posto nella classifica dei migliori meeting continentali del 2006, sulla base dei risultati tecnici ottenuti.
Le gare «da copertina» giungono dalle pedane del peso femminile e del triplo maschile, nelle quali Natallia Khoroneko e Marian Oprea stabiliscono i nuovi record della manifestazione. Nel getto del peso la bielorussa Khoroneko, campionessa europea di Goteborg, raggiunge subito i 20.17 metri, terza miglior prestazione mondiale dell’anno, chiudendo davanti ad Assunta Legnante e all’atleta di casa Chiara Rosa. Il peso maschile non è da meno: con un lancio da 20.21 metri Andrei Mikhnevich, medaglia d’argento degli Europei, batte il campione olimpico Yuriy Bilonoh di soli 25 centimetri.
Nel salto triplo, come detto, il protagonista è il romeno Marian Oprea che, atterrato a 17.56 metri, sigla il nuovo primato del meeting davanti al russo Dmitriy Valyukevich (17,34) e a Fabrizio Donato (17,16), in una gara dagli altissimi contenuti tecnici.
Nel salto con l’asta trionfa lo statunitense Toby Stevenson: l’atleta con l’elmetto valica l’asticella a quota 5.75. Dayron Robles vince i 110 in 13”31, mentre la sfida nei 400hs tra il campione olimpico Felix Sanchez e quello mondiale Bershawn Jackson si risolve a favore del primo (49”10 contro 49”14). Tra i più applauditi, come sempre c’è Andrea Longo: l’ottocentista di Piove di Sacco è superato solo dal primatista mondiale stagionale Amine Laalou, al traguardo in 1’45”36. Buona anche la prova di Elisa Cusma nella gara femminile (2’00”45) vinta da Zulia Calatayud (1’59”55).


8 LUGLIO 2007
Il salto con l’asta era la gara più attesa e non ha deluso le aspettative. Per la vittoria del messicano Giovanni Lanaro, con 5.80 metri. E per la prova offerta dal campione del mondo di Parigi 2003 Giuseppe Gibilisco, che valica l’asticella a quota 5.60. Niente da fare, invece, per il campione olimpico Tim Mack, la cui gara si ferma con tre nulli a quota 5.40.
Tra gli altri acuti di giornata vanno segnalate le grandi prove offerte da Michael Blackwood nel giro di pista (45”54), da Michael Tinsley nei 400 a ostacoli, con l’olimpionico Felix Sanchez terzo in 49”04, e da Rogerio Bispo nella pedana del lungo (8.17 metri, a 4 centimetri dal suo personale, in una gara che vede quattro atleti sopra agli otto metri). Il pubblico padovano riserva però i suoi applausi più sentiti all’atleta di casa, Chiara Rosa, che supera l’olimpionica Cumbà e la rivale di sempre Assunta Legnante, staccata di 80 centimetri. Nei 1500, poi, da sottolineare la buona la prestazione di Elisa Cusma Piccione che blocca il cronometro a 26 centesimi dal personale, dopo 4’09”60.
Nel prologo del sabato, Yipsi Moreno vince la gara di martello lanciando a 75.65 metri e realizzando non solo il record della manifestazione ma anche la miglior prestazione mai realizzata su suolo italiano.
Ad assistere al meeting ci sono 8.000 spettatori che hanno seguito le varie gare anche grazie al maxischermo allestito per l’occasione allo stadio Euganeo. In pista sono scesi 150 atleti, provenienti da 37 diverse nazioni.


31 AGOSTO 2008
Ancora una volta Padova salta lontano. Dalle pedane sono venuti i risultati più prestigiosi della 22a edizione del meeting. Il bilancio della serata parla di due record della manifestazione, che diventano tre, con i 68.02 metri raggiunti dal lituano Virgilijus Alekna nel disco, nel prologo del sabato allo stadio Colbachini. La russa Oksana Udmurtova, finalista olimpica nel lungo, ha vinto a sorpresa una delle migliori gare di triplo disputate al mondo nel 2008, con quattro atlete capaci di superare i 14.50 metri. La Udmurtova è atterrata a 14.85, (nuovo primato della gara) 8 centimetri più in là di Tatyana Lebedeva, forse l’atleta più attesa della serata.
Il bielorusso Andrei Mikhnevich, bronzo all’Olimpiade di Pechino, ha dominato nel peso, con un ottimo 20.43. Ma va alla famiglia Mikhnevic anche la gara femminile, con la vittoria della moglie di Andrei, Natallia, e con la beniamina del pubblico di casa, Chiara Rosa, terza. Spettacolo anche dalla pedana dell’alto, col successo del brasiliano Jessé De Lima, che, valicando l’asticella a 2.31 metri, sigla il nuovo record del meeting e del suo Paese.
Detto del bel successo di Elisa Cusma negli 800 (2’02”33), capace di lasciarsi alle spalle la finalista olimpica Andrianova (2’02”74), il Trofeo Banca Antonveneta ha poi compiuto un piccolo giro del mondo, incoronando i giamaicani Frater nei 100 (10”28, per il campione olimpico della 4×100 di Pechino, con Riparelli secondo in 10”41), Waugh nei 200 (20”78) e McFarlane nei 400 ostacoli (49”36), lo spagnolo Olmedo negli 800 (1’47”18), le statunitensi Barber nei 100 (11”54, davanti a Yevgeniya Plyakova, oro ai Giochi 2008 con la 4×100 russa) e Davis nei 100 ostacoli (13”11) e un altro bielorusso, Maksim Lynsha, nei 110 ostacoli (13”85).
Anche nel 2008 il pubblico padovano ha risposto alla sua maniera, affollando le tribune dello stadio. Grande successo ha riscosso anche la Human Race, la corsa di solidarietà promossa dalla Nike in 25 città al mondo, a Padova fatta partire proprio all’interno del Meeting. Sono stati 2600 gli iscritti, un’ondata di persone tutte in maglia rossa che ha attraversato la pista dell’Euganeo regalando un colpo d’occhio davvero notevole.


30 AGOSTO 2009
Tanti campioni, un assoluto protagonista, Oscar Pistorius. Il XXIII Meeting Città di Padova resterà nella memoria come quello del campione sudafricano, accolto dall’abbraccio caloroso dei dodicimila spettatori dello stadio Euganeo. Ai blocchi nei 400 metri, ha tagliato il traguardo dopo 47”07 nella gara vinta dal cubano William Collazo in 45”67, con il vicentino Matteo Galvan terzo in 46”09.

L’edizione 2009 è però anche quella del ritorno di mamma Manuela Levorato in un appuntamento internazionale. La velocista di Arino di Dolo ha chiuso i 100 al quarto posto in 11”65 nella gara è stata vinta dalla giamaicana Sherone Simpson, medaglia d’argento a Pechino e qui al personale stagionale (11”15). Nei 100 maschili brilla invece l’azzurro Simone Collio che firma la sua seconda miglior prestazione nel 2009 bloccando il cronometro dopo 10”19.

Nella pedana del peso, l’argento di Pechino Natallia Micknevich conferma il suo feeling con lo stadio Euganeo lanciando a 19.27 metri nella prova in cui la padovana Chiara Rosa è terza (18.19). Sempre dalle pedane arriva il secondo posto di un’altra beniamina di casa, Anna Giordano Bruno, un po’ scarica dopo i Mondiali di Berlino ma comunque in grado di salire sino a 4.32 metri, dietro a Tatyana Polnova (4.52).

In chiave azzurra, da segnalare anche come il doppio giro di pista di Elisa Cusma: ha vinto in 2’00”05 davanti alla portacolori di Assindustria Sport Yusneysi Santiusti. Com’era prevedibile, i 400 a ostacoli sono invece finiti negli Stati Uniti, col successo di Bershawn Jackson, capace di salire sul podio sia a Pechino che a Berlino e qui primo in 49”25. Nel salto in lungo, un po’ sottotono il favorito Godfrey Mokoena (7.92) e affermazione per l’ucraino Andriy Makarchev (7.95).

Il pubblico ha sostenuto i campioni con un entusiasmo straripante, oltre dodicimila le persone sugli spalti. In 4000 hanno corso la Non solo sport Race che è partita alle 19.30 dallo Stadio Euganeo per arrivare in Prato della Valle.


03 SETTEMBRE 2010
La XXIV edizione va in archivio con due record della manifestazione:

Grande emozione regalata dalla keniana Purity Cherotich Rionoripo che, a soli 17 anni, demolisce il precedente primato dei 3.000 e dalla tedesca Christina Obergfoll, già argento a Barcellona, nel giavellotto femminile con il nuovo record nella misura di 63.39 metri.

L’azzurra Elisa Cusma ha dominato il doppio giro di pista (800 metri) in 2’00”88, con l’atleta di casa
Yusneysi Santiusti Caballero quarta in 2’01”81. Non ha vinto ma è stata salutata dal calore del suo
pubblico Anna Giordano Bruno, alla seconda gara dopo i sei mesi di stop per infortunio, terza nel salto con l’asta con 4.32.

Calore ed entusiasmo: la risposta della Città di Padova. Migliaia di persone sono accorse allo stadio Euganeo per ammirare i Campioni dell’atletica internazionale. Segno che la passione per la regina degli sport è radicata nella nostra realtà, come dimostrano anche gli stessi numeri, con oltre 2.300 tesserati alla Fidal nella nostra provincia.
In tribuna, per l’occasione, anche il presidente della Fidal Franco Arese, accompagnato dal Dt
Francesco Uguagliati.
Oltre 160 atleti provenienti da 32 diverse nazioni. I Campioni che siamo abituati a vedere in televisione si sono sfidati a Padova.
Un alto livello tecnico, diverse le specialità in programma che ogni anno vengono proposte al pubblico padovano. I campioni di ritorno dagli Europei di Barcellona hanno regalato uno spettacolo soprattutto a migliaia di ragazzi che, spinti dallo spirito di emulazione, muovono i primi passi in pista.


17 LUGLIO 2011
Vive a Padova, sogna il mondo. Nella città che l’ha adottata, Yusneysi Santiusti ha fatto un altro passo verso l’élite internazionale degli 800 metri.
La cubana di Assindustria Sport è stata una delle note più interessanti di una serata che ha rinnovato il feeling tra Padova e la grande atletica.
Yusneysi, ormai, si muove in una dimensione diversa dal passato e allo stadio Euganeo, dominando gli 800 in 1’58”91, personale migliorato di 9 centesimi, ha confermato di essere un’atleta in grande crescita.
Oscar Pistorius, un’altra delle stelle più attese della serata, ha agguantato per un soffio il terzo gradino del podio nei 400, rimanendo però lontano, con 46”65, dall’obiettivo del minimo iridato di Daegu 2011 (45”21). Assente l’olimpionico statunitense Neville, la vittoria è andata al giamaicano Lansford Spence con 46”34. L’isola caraibica, patria di Usain Bolt, l’uomo più veloce del pianeta, ha fatto tripletta nei 100, dove Nesta Carter, con 10”10, nonostante il vento a sfavore (1.6), ha eguagliato il record del Meeting detenuto dal 2002 dallo statunitense Miller. Alle sue spalle, i connazionali Frater (10”31) e Harvey (10”35).
I 110 ostacoli sono stati una delle gare tecnicamente più interessanti per la presenza del campione olimpico, Dayron Robles. Il cubano, pur poco brillante in partenza, ha superato gli avversari sull’ultima barriera, chiudendo in 13”26, un soffio davanti allo statunitense Akins (13”30).

Virgilijus Alekna ha nobilitato, infine, la gara di disco, svoltasi nel pomeriggio allo stadio Colbachini. Il bronzo olimpico di Pechino ha lanciato a 67.05. Miglior azzurro, il poliziotto Di Marco (59.52).


2 SETTEMBRE 2012

Un’edizione da primato. Anzi: da primati, perché sono due i record del Meeting Città di Padova realizzati domenica sera allo stadio Euganeo. Nesta Carter conferma il suo feeling con lo Stadio Euganeo migliorando il record della manifestazione dei 100 – che già gli apparteneva, in comproprietà con Coby Miller – di un centesimo di secondo: alla fine, per il primo frazionista della staffetta giamaicana oro a Londra, il cronometro segna 10”09. Jason Richardson si inserisce sulla scia di Robles, Xiang, Garcia e Merritt, stelle degli ostacoli che hanno gareggiato a Padova negli anni scorsi: il campione del mondo statunitense blocca il cronometro dopo 13”18 (stesso tempo firmato da Mark Crear nel ’98) controllando la gara già dalla partenza, con Emanuele Abate che pasticcia un po’ sugli ostacoli e chiude al quinto posto.
Fabrizio Donato e Daniele Greco si spartiscono primo e secondo posto nel triplo, forse la gara più attesa. Donato atterra a 16.84 metri, raggiunti al secondo tentativo dopo il 16.78 iniziale. Greco piazza la sua zampata al quarto turno, planando a 16.56. Quella dei due campioni azzurri è la gara che chiude il programma: per loro poi, c’è da «far fronte» all’affetto del pubblico padovano, con i bambini che entrano in pista a chiedere autografi.
Libania Grenot migliora invece il suo personale nei 200, salendo sul terzo gradino del podio nella gara vinta dalla giamaicana Anneisha McLaughlin in 22”70: il 22”85 dell’azzurra è anche la seconda miglior prestazione italiana di sempre (supera il 22”88 di Marisa Masullo). E al personale arriva anche il cubano Omar Cisneros nei 400 (45”47, davanti a Calvin Smith e Angelo Taylor).
Tra le più applaudite, e non poteva essere altrimenti, la russa Darya Klishina: l’atleta-modella si impone nel salto in lungo con 6.63 metri davanti all’americana Chelsea Hayes (6.60). Per quanto riguarda gli azzurri, da menzionare anche il terzo posto di Giordano Benedetti nel doppio giro di pista (1’46”76) e il quarto di Chiara Rosa nel peso (17.67). Grandi applausi inoltre per i 200 metri paralimpici, vinti da Gionata Cardo: hanno fatto respirare nel Meeting organizzato da Assindustria Sport Padova un po’ dell’aria delle Paralimpiadi.


1 SETTEMBRE 2013

Doppio record. Sono due i primati della manifestazione padovana realizzati nella XXVII edizione. Kellie Wells ferma il cronometro dei 100 a ostacoli
dopo 12”75, migliorando di 4 centesimi il tempo fatto registrare nel ’98 dalla nigeriana Angela Atede. Poi l’americana, medaglia di bronzo ai Giochi
Olimpici di Londra, si concede ai fotografi e accende il pubblico: urlando il suo «I love you» al microfono. Il canadese Dylan Armstrong, dal canto
suo, scaglia il peso a 21.19 metri (precedente: 21.13 del connazionale Jim Dohering, datato addirittura 1993).
Ma non sono certo state le uniche grandi gare ammirate dai seimila spettatori accorsi allo Stadio Euganeo. A partire da quanto fatto dai due Merritt. Aries Merritt, campione olimpico e primatista mondiale, chiude la serata dominando i 110 a ostacoli in 13”30. LaShawn Merritt, forse in
assoluto la stella più attesa, «divora» il giro di pista: il campione del mondo 2013, due volte oro olimpico, blocca il cronometro dopo
45”18 ma, alle sue spalle, tiene bene il vicentino Matteo Galvan, terzo in 45”57.
Da un giro di pista all’altro: fra le gare più intense i 400 femminili, andati alla favorita della vigilia, la russa Antonina Krivoshapka, oro e bronzo a Mosca tra 4×400 e prova individuale, e qui capace di fermare il tempo dopo 50”86. Più attardate Libania Grenot (quarta, 51”58) e Kseniya Ryzhova – l’atleta del bacio sul podio di Mosca, molto “cercata” da fotografi e telecamere – subito alle sue spalle in 51”89.
Che sfide nel triplo: Will Claye, bronzo a Mosca e argento a Londra, piazza la zampata del sorpasso all’ultimo salto, da 16.75 metri, andando superare un pur ottimo Fabrizio Schembri, fermo a 16.63.
Spazio anche per l’atletica paralimpica: grandi e meritati applausi per Martina Caironi, campionessa a Londra e primatista mondiale, che ha dominato i 100 metri (T42), tagliando il traguardo in 15”48, vicina al primato mondiale che già le appartiene.
E che fosse un Meeting da primato lo si è capito da subito. La serata era iniziata sotto il segno del nuovo record del mondo stabilito dall’ex professoressa padovana Emma Mazzenga che ha siglato la miglior prestazione dei 400 nella categoria W80, bloccando il cronometro dopo 1’31”21 (demolito l’1’40”45 dell’americana Polly Clarke, datato 1990). Per lei, da parte del pubblico di casa, sempre caloroso, un’ovazione meritata.

 
 


6 LUGLIO 2014

Le donne del Meeting Città di Padova. Libania Grenot e Assunta Legnante sono le protagoniste della 28^ edizione dell’appuntamento con l’atletica internazionale allo Stadio Euganeo organizzato da Assindustria Sport.

La prima si impone nei 400 metri bloccando il cronometro dopo 51”08 e firmando non solo la sua miglior prestazione stagionale ma anche la miglior prestazione europea dell’anno, biglietto da visita ideale in vista dei campionati continentali di Zurigo: «Ma ancora c’è tanto da lavorare» dice lei, che ha chiuso alla grande la manifestazione sotto gli occhi del Dt Massimo Magnani. Per Assunta Legnante il ritorno a Padova aveva un sapore particolare: proprio mentre stava venendo in auto al Meeting nel 2009 avvertì l’aggravarsi del glaucoma congenito che la rese cieca. Ora, firma il record mondiale nel peso a livello paralimpico, toccando i 17.32 metri. Davanti a lei l’amica-rivale di sempre Chiara Rosa, che sigla il suo primato stagionale con la misura di 18.49, la stessa della bielorussa Aliona Dubitskaya (che però ha una seconda prestazione migliore: 18.46 contro 18.05). «Ma le sensazioni sono ottime, sento che sto tornando quella che ero prima dell’infortunio» commenta la padovana Chiara, che confessa di essere «sempre emozionata in modo particolare quando gareggio qui».

Altre buone nuove in chiave azzurra. Al primato personale – e di addirittura un paio di secondi – anche la trevigiana Giulia Viola, quarta nei 3.000 in 9’01”33, nella gara vinta dalla keniana Stacy Ndiwa in 8’57”65. Yadisleidy Pedroso si conferma in grandi condizioni chiudendo al terzo posto i 400hs in 55”70 e togliendosi la soddisfazione di stare davanti a Hanna Yaroschuk Ryzhykova, che l’aveva preceduta a Nancy, nella prova vinta dall’ucraina Anna Titimets in 55”47. Giordano Benedetti non si ripete dopo il successo negli 800 del 2013, ma ottiene un terzo posto confortante in 1’46”22: «Mi manca ancora un po’ di brillantezza» commenta al traguardo, «ma conto di ritrovarla in tempo per Zurigo. A vincere, al fotofinish, lo statunitense Jeffrey Riseley in 1’45”81.

Spettacolo dal triplo femminile, con la russa Irina Gumenyuk che atterra a 14.35 metri. Nei 100 femminili l’attesissima Carmelita Jeter è seconda alle spalle dell’ucraina Hrystyna Stuy (11”56 contro 11”57). Ucraina anche nei 100hs, con l’affermazione di Hanna Platitsyna in 13”00. Alla Giamaica i 100 maschili, vinti da Andrew Fisher, che ferma il tempo dopo 10”35, con l’iridato di Sopot Richard Kilty quarto in 10”48. 45”70 per l’americano Michael Berry nei 400. Grandi applausi per i 100 paralimpici: Martina Caironi (T42), campionessa a Londra e primatista mondiale, chiude alle spalle di Arjola Dedaj (T11) i 100 metri tagliando il traguardo in 15”49, dopo aver provato la partenza dai blocchi a quattro appoggi: «Come fanno gli uomini, una novità per me, ma è la via per migliorarmi».

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6 SETTEMBRE 2015

La serata si accende con la performance dello sprinter del Qatar Femi Ogunodeche porta il primato della manifestazione dei 100 metri maschili a 10”07. Poi tocca a lei, la regina. Shelly-AnnFraser-Pryce(in foto)blocca il cronometro dei 100 femminili in 10”98, cancellando, dopo un quarto di secolo esatto, il 10”99 di MerleneOttey, precedente record.

Gianmarco Tamberirichiama tutte le attenzioni sulla materassina del salto in alto superando i 2.30 al terzo tentativo e poi andando vicino a superare i 2.34 in uno dei tre successivi.

La bielorussa AlionaDubitskayasi impone nel peso con 17.84, precedendo la stella di casa, Chiara Rosa (17.47). Nel doppio giro di pista al femminile successo di FrancineNiyonsaba(1’59”62). L’ucraino MaksymBohdan si è imposto nel giavellotto con 77.88 (75.92 per il poliziotto Roberto Bertolini).

L’attesa Martina Caironiè stata, come da pronostico, la più veloce nei 100 paralimpici (15”43, vento -3.2).


17 LUGLIO 2016

Il Meeting “Città di Padova” festeggia le sue trenta edizioni con due record della manifestazione (siglati dalla campionessa mondiale cubana Yarisley Silva, salita sino a quota 4.71, “cancellando” il 4.62 di Stacy Dragila stabilito nel 2002, e dalla statunitense Amanda Eccleston che, bloccando il cronometro dopo 4’04”88 nei 1.500, ha migliorato il 4’06’59” di Ivonne Mai-Grabner, che durava addirittura dal 1990). Ma anche un record italiano under 23, firmato da Sonia Malavisi, salita a 4.51 nella gara vinta dalla Silva, misura che le ha concesso il pass per Rio. Il tutto unito all’entusiasmo di migliaia di persone accorse allo Stadio Euganeo ad applaudire i campioni dell’atletica leggera internazionale alla vigilia dei Giochi Olimpici, fra cui spiccava lei, Shelly-Ann Fraser-Pryce, “the pocket rocket”, la regina. La pluricampionessa olimpica e mondiale fa calare il sipario sul Meeting organizzato da Assindustria Sport imponendosi nei 100 metri in 11”25 e concedendosi poi al bagno di folla dell’Euganeo.

 

16 LUGLIO 2017

Padova vola. Letteralmente. Lo fa con Katerina Stefanidi, che firma il nuovo record del Meeting superando quota 4.72 nel salto con l’asta e migliorando di un centimetro il primato realizzato nel 2016 dalla cubana Yarisley Silva. Ma lo fa anche con la russa Maryia Lasitskene-Kuchina, che prima si assicura il successo a 2 metri esatti nell’alto davanti alla polacca Kamila Licwinko (1.98, suo primato stagionale) e poi prova a 2.07 (un tentativo) e a 2.08, sfiorando l’impresa. Alle sue spalle, Alessia Trost eguaglia il primato stagionale, salendo sino a 1.94. Ma nel bilancio della XXXI edizione del “Città di Padova” non si può non citare Allyson Felix, che s’impone nei 200 metri in 22”80 nettamente davanti a Phyllis Francis (23”10) e Dina Asher-Smith (23”15), ma vince, soprattutto, la gara dell’affetto, travolta dai bambini che entrano in pista all’apertura dei cancelli, chiedendo foto e autografi alla pluricampionessa olimpica e mondiale. Ma tra le più applaudite c’è anche Yusneysi Santiusti, campionessa di Assindustria Sport che, davanti al suo pubblico, stacca il pass per i Mondiali di Londra scendendo a 2’00”82 negli 800, chiudendo al terzo posto nella gara vinta dall’americana Ajée Wilson (1’59”19).

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02 SETTEMBRE 2018
Due record del Meeting chiudono una giornata storica. I russi Sergey Shubenkov e Anzhelika Sidorova migliorano i primati della manifestazione nei 110hs (13”09) e nel salto con l’asta, gara mai banale nell’impianto che nel ’92 ospitò uno degli storici primati mondiali di Bubka, salendo a 4.75 metri. Appartengono a loro i risultati da copertina nell’edizione che tiene a battesimo il “nuovo” Colbachini, splendida bomboniera da 4.500 posti interamente dedicata all’atletica, inaugurata con il taglio del nastro ufficiale, dopo il saluto del sindaco di Padova Sergio Giordani e del presidente di Assindustria Sport Leopoldo Destro, davanti anche al presidente Fidal Alfio Giomi.

Shubenkov da metà rettilineo in poi s’invola solitario migliorando il 13”18 firmato da Jason Richardson nel 2012, precedente primato. «Bella pista, questa», le sue parole al traguardo, rivolte al pubblico, «ed eccezionale il silenzio che mi avete offerto prima dello start: grazie Padova!». Sidorova migliora dopo un solo anno i 4.72 metri valicati dalla greca Stefanidi nel 2017.

La campionessa etiope Genzebe Dibaba manca l’appuntamento con il record del miglio dopo un buon inizio (1’01”96 al primo giro), terminando in 4’20”51 ma emozionando il pubblico presente. L’altra atleta più attesa, la fuoriclasse russa Mariya Lasitskene prevale nell’alto con 1.95, concedendo, senza strafare, il bis del successo ottenuto a Padova nel 2017.

Tra i più applauditi, nonostante il forfait dell’ultima ora per via di un risentimento muscolare all’inguine, la leggenda giamaicana Asafa Powell, che ha tenuto a salutare il pubblico del Colbachini: «Ciao Padova! Mi spiace di non poter correre, ma prometto che mi vedrete in pista l’anno prossimo».

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16 LUGLIO 2019

Un meeting “Città di Padova” che regala 5 record. I riflettori se li prende Marcell Jacobs, che blocca il cronometro dopo 10”03 (+1.7) e diventa il terzo italiano di sempre, alle spalle soltanto di Filippo Tortu (9”99) e di Pietro Mennea (10”01). Il velocista delle Fiamme Oro migliora il record della manifestazione, datato 2015.

Non è stato l’unico record dell’incontro organizzato da Assindustria Sport nel rinnovato Stadio Colbachini, perché la tre volte campionessa mondiale venezuelana Yulimar Rojas vola a 14.87 metri (+1.8) al suo quarto salto, in una delle gare più emozionanti della XXXIII edizione del Meeting “Città di Padova”, imponendosi nel triplo davanti alla cubana Liadagmis Povea.

Ed è record anche per il quattrocentista Emmanuel Bammidele, 44”78 suo PB, per il brasiliano Gomes da Silva, che blocca il tempo sui 200 dopo 20”25 e per la giamaicana Megan Tapper, che chiude i 100 a ostacoli in 12”66.

La manifestazione si è conclusa con l’11”00 che regala alla giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce, vera leggenda vivente dell’atletica mondiale, la terza affermazione su tre presenze a Padova, la prima al Colbachini dopo le due all’Euganeo.

Altri flash di una serata da ricordare: Nei 110 ostacoli Hassane Fofana firma un 13”46 ventoso (+2.3) ed è secondo, a soli due centesimi dal 13”44 dello statunitense Freddie Crittenden. Sulla pedana del peso, una conferma per Leonardo Fabbri oltre i venti metri (20.20), terzo nella gara vinta dal giamaicano O’Dayne Richards (20.43). Negli 800 metri successo dell’ex iridata keniana Eunice Sum in 2’00”99, sesta Joyce Mattagliano al personale in 2’03”17, ottava Yusneysi Santiusti (Assindustria Sport, in 2’03”50).

Questi risultati testimoniano quanto il nuovo Stadio Colbachini, inaugurato con l’edizione del 2018, sia performante grazie alla qualità di pista e pedane. È un impianto pensato per l’atletica e ideale per supportare chi gareggia, consentendogli di esprimersi al meglio. A regalarci ancora più soddisfazione del ranking è stato l’entusiasmo generale espresso dagli atleti e dai loro manager, che hanno rimarcato quanto l’accoglienza e i servizi offerti siano stati ottimi. Il Meeting, ripreso anche all’estero e quest’anno seguito persino in Giappone, è un evento fondamentale per la promozione dello sport e dell’atletica in particolare e, allo stesso tempo, è un’occasione unica per farsi conoscere e promuovere la città e lo splendido territorio che le fa da sfondo.

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5 SETTEMBRE 2021

Applausi scroscianti per i campioni olimpici Massimo Stano e Antonella Palmisano. Ma anche per gli sprinter, che fanno calare il sipario sulla XXXIV edizione del Meeting internazionale “Città di Padova” di atletica leggera regalando emozioni intense con Michael Norman: lo statunitense firma il record della manifestazione planando sul traguardo in 9”97 e migliorando il precedente 10”03 di Marcell Jacobs del 2019.

Ad aprire le gare dei big, dopo lo spazio dedicato a Master e categorie paralimpiche, ha provveduto Massimo Stano, primo nei 2.000 metri di marcia in 7’51”98. «Non ho mai pensato che un 2.000 potesse essere così lungo», sorride sul traguardo di una gara decisamente “sprint” per lui, abituato a ben altre distanze. «Grazie a tutti davvero: dagli organizzatori che ci hanno dato questa visibilità, allo splendido pubblico di Padova, che ci ha sostenuto».

Antonella Palmisano, l’immancabile fiore a fermarle i capelli, scende in pista un’ora più tardi e si gode la sua passerella, chiusa in 9’07”65: «Quella mia e di Massimo è stata un’impresa», commenta alla fine.

Ma i colori azzurri sono anche quelli del finalista olimpico Zane Weir, che per l’ennesima volta si porta oltre la soglia d’eccellenza dei 21 metri, migliorando il suo primato personale con un 21.63 che vale 22 centimetri di progresso ed è la terza prestazione italiana di sempre. Ben quattro, in tutto, i primati del meeting stabiliti nella sua pedana (il precedente era un 21.19 di Dylan Armstrong nel 2013): alla fine si piazza davanti a tutti l’americano Josh Awotunde con una spallata da 22 metri proprio all’ultimo turno, sesta prestazione mondiale dell’anno. Ma un record del meeting viene siglato anche nei 1.500, con l’australiano Stewart McSweyn che blocca il tic tac dopo 3’33”49, abbattendo dopo vent’anni il 3’34”05 del canadese Kevin Sullivan, con l’albanese David Nikolli sesto col record nazionale del suo Paese in 3’37”82.

Spicca, come detto, la prestazione di Norman nei 100, nella gara in cui è quarto Justin Gatlin in 10”17: il trentanovenne campione olimpico di Atene 2004 chiuderà la carriera il 14 settembre a Bellinzona. In campo femminile Sha’Carri Richardson ci mette un po’ a ingranare, poi porta la sua fluente chioma rossa quasi davanti a tutti: quasi, perché eguaglia l’11”19 della connazionale Javianne Oliver, ma è seconda per questioni di millesimi, con l’oro della 4×100 di Tokyo Briana Williams quinta.

Si ripete  la russa Anzhelika Sidorova, argento a Tokyo e campionessa mondiale del 2019, che si impone anche in questa edizione e prova pure a “battersi”, migliorando il primato della manifestazione che le apparteneva a 4.75: si ferma però a 4.70. Il bronzo dei Giochi nei 110hs Ronald Levy si impone invece in 13”34.